Da molto tempo non apro un thread
dedicato, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per svogliatezza, ma ogni tanto
sovviene qualche circostanza, particolarmente piacevole, che porta a scrivere
con grande spontaneità e rinnovato entusiasmo.
Da qualche settimana sono in
possesso di una splendida coppia di Musical Stones S3: trattasi di diffusori da
pavimento a due vie dal cabinet in marmo, con trasduttori Dynaudio, sistema
“Variovent” posteriore e crossover dedicato.
La Musical Stones è un’azienda
ciociara nata alla fine degli anni ’80 per volontà ed iniziativa personale di
Mario Giovanni Urbano, e che produce tutt’oggi diffusori la cui peculiarità è
la struttura in pietra naturale.
Raggiunse
immediatamente un grande livello di considerazione nel panorama dell’ hi-fi
dell’epoca, grazie appunto ai modelli della serie “S” con i quali Mario Urbano riuscì
a coniugare grandi prestazioni sonore e realizzazioni estetiche di grandissimo
pregio: sono degni di nota, tra i tanti, gli articoli su Audioreview n. 90 del
gennaio 1990 e n. 105 del Maggio 1991, a firma del Direttore Moroni.
Ad oggi la Musical Stones propone
realizzazioni ancor più ricercate ed impegnative, con cabinet in pietra
costruiti su blocchi scavati dal pieno, componenti elettrici di primissimo
ordine, customizzati su indicazione del progettista per adattarsi alla
particolare tipologia di cabinet.
Per gli ulteriori dettagli potete
visitare il sito o contattare direttamente il titolare, che considero, oltre
che un amico, persona estremamente competente, onesta e disponibile.
Indubbiamente il catalogo attuale
non è per tutte le tasche; ma ragionando per parametri “hi end”, i prodotti
Musical Stones costituiscono un esempio di originalità e raffinatezza musicale difficilmente
raggiungibile, se non dalle aziende più importanti ed a prezzi ben più elevati.
Sullo sfondo poi c’è la mia entusiastica soddisfazione tutta… regionale: “suona”
strano avere a due passi da casa una realtà di tale spessore, proprio in Ciociaria,
landa dimenticata dall’individuo italico medio, e a volte, nemmeno troppo
ingiustamente, criticata e sbeffeggiata….
Insomma, per farvela breve, giocando
a fare permute con un amico di vecchia data (quindi con grande piacevolezza e
senza logiche di convenienza) sono riuscito a portarmi a casa queste S3.
I diffusori hanno 25 anni, forse
di più, ma erano in ottime condizioni nella loro splendida livrea in marmo nero
con venature bianche: necessitavano di qualche ritocco estetico di dettaglio (ad
esempio, il ripristino dei supporti alla base, andati perduti o più
probabilmente staccati da qualche precedente utilizzatore); non ho perso tempo
e le ho affidate alle sapienti mani di Mario Urbano, il quale dopo aver
misurato e controllato l’efficienza dei driver (come già detto, trattasi di
midwoofer e tweeter Dynaudio con sistema aperiodico Variovent posteriore) ed
aver studiato un sistema di appoggio a terra (mediante applicazione di anelli
di grafite su tre punti) me le ha riconsegnate in questa splendida veste:
![image]()
![image]()
![image]()
![image]()
Ovviamente non poteva mancare la
targhetta in argento puro raffigurante il logo storico della Musical Stones
(anch’ essa andata perduta e riapplicata dallo staff di Mario Urbano):
![image]()
![image]()
Belle vero? Mia moglie (che odia
l’hi-fi e tutto ciò che vi è di affine) ha sgranato gli occhi e le vorrebbe in
soggiorno..
Ma veniamo al suono, che vi
interessa sicuramente di più.
Beh, non sono un grande esperto
nel descrivere il modo di suonare degli impianti audio; alcuni termini come
materico, ambrato, freddo caldo mi sono di difficile utilizzo, visto l’evidente
insulto alla lingua italiana.
Per quel poco che posso dire le
Musical Stones porgono la musica in modo aperto e lineare, corretto, analitico
al punto giusto senza arrivare all’iperdettaglio; un suono veloce con un basso
ben articolato e mai invadente; le torri sono snelle e sono state progettate
per lavorare a ridosso della parete di fondo, senza decadimento alcuno del messaggio
sonoro: tutto ciò si avverte nettamente nel mio ambiente, che pur dedicato, non
è molto grande.
La qualità ed il family sound dei
componenti Dynaudio si sente, ma la totale assenza di risonanze ed onde
stazionarie costituisce a mio avviso il vero surplus, a tutto vantaggio della
pulizia e della intelligibilità del messaggio sonoro.
Le ho fatte suonare con
l’amplificazione Spectral alternandole alle mie Proac: le inglesi sono agli
antipodi, suonano calde, piacione, di maggior impatto per via del sistema in
reflex del basso, ma segnano il passo nei confronti delle Musical Stones per
quanto riguarda velocità, coerenza e dettaglio della gamma media ed alta.
Il confronto, lungi dal voler essere una critica o uno spot per l'uno o l'altro dei diffusori, vuole solo cercare di
contestualizzare sul campo il livello di performance che raggiungono queste
Musical Stones, veramente elevato.
Parlando di estetica poi, a mio
modesto avviso le “ciociare” vincono in maniera clamorosa…ma forse sono di
parte…
Per ora mi fermo qui. A giorni,
se riesco, vi terrò informati anche con qualche misurazione nel mio ambiente.
Un saluto.